Il pecorino abruzzese
Il cacio d’Abruzzo

News e curiosità 29 mar 2020

Fra le tante specialità gastronomiche abruzzesi, il pecorino è una delle più rinomate.
Non a caso, in Abruzzo, è il formaggio per antonomasia, non ha bisogno di altere definizioni: è “il cacio”.
E non ne esiste solo uno: la produzione spazia fra diverse tipologie, in base alla lavorazione, alla stagionatura e alle diverse tradizioni locali.

Ecco alcuni fra i formaggi di pecora più rinomati della regione

Pecorino di Atri: prodotto con latte di pecora con l’aggiunta di caglio di origine animale, di solito ovino o caprino. La lunghezza della stagionatura che può andare dai 40 giorni ai 2 anni. Questo pecorino ha una pasta molto compatta e il colore e la durezza della crosta variano in base alla durata della stagionatura. Il sapore tipico di questo formaggio è legato all’alimentazione delle pecore, al mix di erbe incontrate durante il pascolo.

Pecorino di Farindola: questo pecorino si differenzia da tutti gli altri pecorini abruzzesi perché è fatto con caglio liquido, che si ottiene lavorando la mucosa dello stomaco di suino. Questa viene tagliata a strisce e viene messa sotto sale per alcuni giorni, poi viene messa a macerare in una miscela di aceto bianco, vino e peperoncino. Il Pecorino di Farindola può essere consumato anche fresco, anche se le sue note peculiari sono meglio apprezzabili a fine stagionatura.

Canestrato di Castel del Monte: è un formaggio a pasta dura realizzato dall’aggiunta di caglio e sale al latte intero crudo di pecora. La stagionatura va dai 4 ai 10 mesi e al palato risulta lievemente piccante. Per tutelare l’autenticità di questo pecorino abruzzese è stato costituito un Consorzio, la denominazione “Canestrato di Castel del Monte”.

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